| Lippi: «Al Mondiale sogno la finale contro Capello»
«La costruzione della Nazionale è a buon punto, per quella che riguarda gli aspetti psicologici e pratici. 17 giocatori già sono sicuri per il mondiale in Sudafrica. Ne mancano sei per completare la rosa». Lo ha detto il ct Marcello Lippi nel corso di una conferenza stampa a Salerno, a margine di un convegno organizzato dal consigliere federale della Fgci, Salvatore Gagliano. «Ho quattro mesi a disposizione - ha aggiunto Lippi - per scegliere i sei giocatori da inserire nel gruppo dei 23. Sarà un impegno importante, visto che in questo momento almeno 35 giocatori stanno giocando ad alto livello».
FUTURO - Lippi non si sbilancia sul suo futuro. Ancora una volta il ct della Nazionale non conferma il suo ritorno alla Juve dopo l'esperienza mondiale. L'allenatore azzurro ha risposto alle domande dei giornalisti a Salerno, in occasione di un convegno sulla Coppa del Mondo. «Io non ho mai detto nulla sul mio futuro», ha detto il ct. «Ho uno splendido rapporto con il presidente della Federazione, ci parliamo sempre in modo schietto e diretto. Ora il mio futuro non ha alcuna importanza, ora conta solo il Mondiale».
«NAPOLI PUO' AMBIRE A VINCERE» - Molte le domande sul Napoli. «Il campionato che sta facendo la squadra di Mazzarri è splendido. Il potenziale del Napoli è sotto gli occhi di tutti. Ci sono dei giocatori che sto seguendo con molta attenzione», ha detto Lippi. «Non so se andrò a Castelvolturno a seguire gli allenamenti del Napoli. Forse è meglio di no, visto che finora sono andato dal Milan e dalla Juve a vedere il recupero degli infortunati.. Detto ciò, quello che sta facendo il Napoli da parecchie settimane non è un qualcosa di occasionale ma è frutto di un'attenta programmazione portata avanti dal presidente De Laurentiis. Il Napoli deve ambire agli obiettivi delle squadre che sono al suo stesso livello in classifica».
«MONDIALE PARTICOLARE» - Tornando a parlare del Mondiale, Lippi è sicuro che sarà una manifestazione particolare: «E' una delle poche volte nelle quali si giocherà un Mondiale in inverno. Anche l'altitudine avrà la sua importanza. Le strutture sono molto belle e noi faremo la preparazione in altura. Rischi? Macchè, non ci saranno problemi di ordine pubblico. Il Sudafrica è uno dei paesi più evoluti dell'Africa, prevarrano solo le valutazioni tecniche».
«FERRARA NON TORNERA' IN AZZURRO» - Lippi ha smentito la notizia di un ritorno di Ferrara nello staff tecnico della Nazionale dopo il suo addio alla Juve: «Non credo proprio che tornerà in azzurro, lui ora si sta riposando. Lasciamolo recuperare con calma».
«MI PIACEREBBE GIOCARE CONTRO CAPELLO IN FINALE» - Su Capello ct inglese Lippi ha parole d'elogio: «Aspettarsi dei risultati positivi dalle squadre allenate da Capello è una cosa abbastanza ovvia e normale. Lui ha un carattere molto adatto al calcio e ha cambiato l'Inghilterra rendendola una grande squadra. Mi piacerebbe giocarmi una finale mondiale con Capello, voglio vedere come si comporterebbe davanti all'inno di Mameli». Sul caso Terry, Lippi la pensa come Ancelotti: «Ha detto bene Carlo, il suo allenatore: "John Terry è un professionista esemplare, un grande giocatore, il capitano del Chelsea. Questo interessa a me, non quello che fa fuori dal campo"».
«INTER SENZA ITALIANI? E' LA GLOBALIZZAZIONE» - «Cosa provo nel vedere in testa alla classifica di serie A una squadra senza italiani? Oggi viviamo nell'era della globalizzazione e ci sono tanti stranieri in tutte le squadre. Non ci vedo niente di strano. E' ovvio che io mi concentro sulle squadre nelle quali giocano i giocatori che osservo». Nessuna polemica con Mourinho neanche riguardo al caso dei calendari sballati: «E' chiaro che nell'anno dei mondiali ci sono più difficoltà perchè ci sono i tempi più ristretti. Se poi ci sono degli slittamenti per il maltempo tutto diventa ancora più difficile».
«FORTUNATO? QUANDO ARRIVAI ALLA JUVE LUI COMINCIO' AD AMMALARSI» - Ultimo pensiero riservato ad Andrea Fortunato, ex della Juventus, morto per leucemia nel 1995 a 24 anni: «Quando io cominciai ad allenare la Juve, esplose la malattia di Andrea. Mi ricordo che un giorno lo incontrati in un corridoio di un hotel durante il ritiro della Juve e non lo riconobbi, aveva già perso tutti i capelli. Mi prese un colpo al cuore a vederlo così. Lo portai giù e gli feci salutare tutta la squadra. Fu un bel momento». Corriere dello Sport.
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